Per il resto dell’abbigliamento, ci si veste con capi di tessuto tecnico (traspiranti quindi) e di pesantezza variabile a seconda delle stagioni e della maggiore o minore resistenza al caldo/freddo: è una questione abbastanza soggettiva.
Nei tanti anni di gare, ho incontrato gente seminuda con 5-6 gradi di temperatura esterna, gente che ha freddo solo alle gambe ma non al torso, quindi porta la calzamaglia ascellare ma poi sopra indossa una canotta e basta… altri che fanno il contrario. Un intero campionario di modi di coprirsi!
Ognuno si adatti secondo le proprie sensazioni, tenendo presente che se troppo coperti, già dopo 10 minuti di gara si comincia ad avere i bollori anche se in pieno inverno!
Inoltre:
- le gare in Italia iniziano a marzo e finiscono ai primi di dicembre, saltando i mesi di giugno, luglio, agosto e settembre: in pratica non si corre mai una 42 km nè in piena estate, nè in pieno inverno;
- anche all’estero, i periodi agonistici delle maratone internazionali sono più o meno gli stessi, spostando i mesi in avanti o indietro a seconda se siamo ad es. in Norvegia oppure in Egitto… (in Australia, Brasile o Argentina sono ovviamente ribaltati!);
- comunque sia, vi aspetta un lungo periodo di allenamento prima della gara, durante il quale poter sperimentare anche varie combinazioni di vestiario in modo da scegliere la più adatta!
Le calze indossatele SEMPRE: non correte a piedi nudi (con le sole scarpe, s’intende: a meno che non vogliate emulare il grande Abebe Bikila, vincitore senza calze nè scarpe alla maratona olimpica di Roma del 1960). Se ci sono cuciture “in rilievo” all’interno della scarpa, con su le calze non ve ne accorgete, ma senza calze ve ne accorgete, purtroppo, quando è troppo tardi!!
Se malauguratamente dovesse piovere, un cappellino impermeabile non guasta: il problema è trovarne uno, nei negozi se ne trovano di tutti i tipi e colori, ma purtroppo quasi mai impermeabili. Nel mio caso personale, mi sono trovato bene a correre:
- d’inverno e in allenamento, con calzamaglie leggere, maglie a manica lunga con sopra 1 pile o un giubbino wind-stopper smanicato; in caso di pioggia, un k-way tecnico con cappuccio;
- nei mesi più freddi e in gara: calzoncini corti o a mezza coscia, maglia a manica lunga con sopra 1 canottiera (quella del mio gruppo sportivo, ovviamente);
- nei mesi più caldi, calzoncini e canottiera.

Altre “attrezzature” più o meno utili:
- cardiofrequenzimetro: non serve a granchè, credetemi! Secondo voi, dovete aspettare che uno strumento vi segnali che le vostre pulsazioni superano le 180 al minuto, per capire che state andando “fuori giri” e vi conviene tenere un ritmo più ragionevole?? se imparate a conoscervi, lo capite dall’affanno in aumento, che state viaggiando troppo
- “allegri”! Non dico che il cardiofrequenzimetro non serva in assoluto, ma serve piuttosto per controllare i progressi in allenamento (spostamento verso l’alto della soglia anaerobica) a distanza di alcune settimane, piuttosto che per il ritmo da tenere in gara. Quindi, nel caso vostro di “apprendisti stregoni” della corsa a piedi, senza obiettivi di record personali da battere o complicate tabelle di allenamento da rispettare al centesimo di secondo, il “cardio” non vi è utile per qualche anno almeno!
- GPS da polso: questo senz’altro aiuta, io l’ho adottato riscontrando 2 vantaggi non banali:
- poter correre una certa distanza prefissata, senza dover misurare preventivamente la lunghezza del percorso (oggi voglio correre 12 km, e mi trovo a Londra anzichè sotto casa mia? Parto per la strada che mi pare, lui misura istante per istante la distanza e la velocità – o il passo – quando arrivo a 6 km percorsi, giro sui tacchi e torno indietro!)
- avere a disposizione un “allenatore virtuale”: tu imposti un certo ritmo di corsa sul GPS, e lui istante per istante ti dice se sei in vantaggio oppure indietro rispetto al tuo “amico podista virtuale”! Inoltre, come detto nel capitolo “SCARPE”, il GPS ti memorizza i percorsi e le distanze coperte anche dopo mesi di allenamento, quindi hai un vero e proprio diario personale e lo puoi perfino scaricare sul tuo PC di casa!
- fascetta da polso o da braccio: l’esigenza è legata a portarsi dietro, soprattutto in gara, 2-3 bustine di integratori energetici: carboidrati /maltodestrine per quando si accende la spia rossa della RISERVA. In gara si trova sempre da bere, ma a parte l’acqua o il tè, gli integratori che danno sono solo integratori di sali minerali (che vanno ripristinati, in quanto si perdono con la sudorazione) ma non danno integratori energetici. E’ la stessa differenza che c’è, a pranzo quando uno ha fame, tra il bere solo acqua, oppure aggiungerci anche un bel piatto di spaghetti…
- tubetto di pomata di vaselina: non è una vero e proprio “attrezzo”, ma deve sempre far parte del “corredo standard” del maratoneta. Dopo 3-4 ore di corsa a piedi, lo sfregamento della maglietta sul petto o dei pantaloncini sull’interno coscia, può far sorgere piccole lesioni e sanguinamento sui capezzoli, sotto le ascelle oppure tra coscia e pube. Spalmandosi prima della partenza un po’ di vaselina in questi punti, vi toglierà il pensiero per tutto il resto della gara… e arriverete in fondo UNTI, ma felici!!